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rivista per giovani lettori in piena crisi di nervi

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NEGATIVO, SIGNORE.

 

DAVIDE LOMBARDI 

 

Editoriale n. 41

 

 
Ce lo ripetono come una filastrocca da imparare a memoria. Sarà un a guerra lunga, faticosa - ma vinceremo - e soprattutto, comporterà delle vittime anche tra le nostre popolazioni.

Non si sa ancora, di preciso, cosa faremo, chi attaccheremo, come risponderà il nemico, dove ci porterà tutto questo. Di certo c'è che : è guerra, ci saranno delle vittime anche tra le nostre fila.

Del resto non è una guerra qualunque, delle solite, dove ci sono sporchi interessi economici, dove torti e ragioni sono sfumati, dove ragioni e giustizia sono più o meno presenti sia nei vinti che nei vincitori. La altre sono così. Tutte. Ma non questa.

Per capire come non ci sia salvezza per nessuna guerra del passato, basta tener presente la propaganda degli ultimi anni per riabilitare le ragioni del fascismo : i poveri ragazzi che rimasero con la Repubblica di Salò, la tragedia delle foibe dove i partigiani di Tito massacrarono molti nostri compatrioti e altre cose in precedenza sottaciute. Abbiamo scoperto da poco che la guerra giusta per eccellenza, la seconda guerra mondiale - per la libertà e contro i fascismi - ha avuto dei contorni meno netti, più sfumati. La ragione era un po' qua e un po' là. Un'operazione revisionista durata anni. 

Ed ecco che di nuovo ci troviamo tra i piedi la nuova guerra giusta. Di quelle "senza dubbio". Di quelle che, se non ci stai, sei un disfattista, un complice del nemico, una quinta colonna. Lo scontro delle civiltà non conosce mezze misure. Dobbiamo aggrapparci con tutte le nostre forze ai valori sotto tiro : quelli dell'occidente. Buoni, belli, giusti, democratici, liberi, tolleranti, che l'America colpita al cuore rappresenta come nessuno. 

I morti di New York e Washington (se ne parla poco, chissà perché) urlano giustizia, ma una giustizia che, in questi momenti, più che richiamarsi ai tanto sbandierati valori occidentali, ha il sapore antico - e soprattutto multietnico - dell'occhio per occhio. 

Come conferma un sondaggio della Cnn, gli americani prima che ogni altra opzione , scelgono l'attacco militare massiccio. Contro qualcuno. Uno qualsiasi che paghi per quei morti. L'Afghanistan pare ormai il predestinato. 

E' evidente che un attacco militare di questo tipo, presenta più rischi che certezze. Non si capisce come un bombardamento o un'invasione dell'Afghanistan possa risolvere il problema del terrorismo fondamentalista islamico. Al massimo può rinfocolarlo. Altro sarebbe risolvere davvero il conflitto israelo-palestinese. Un'opzione ancora debole e, al momento, decisamente secondaria, che Arafat ha comunque colto benissimo compiendo alcuni gesti simbolici che tanto piacciono agli americani, mentre Ariel Sharon, ormai talmente assuefatto all'arte della macelleria da praticarla anche quando palesemente contraria agli interessi di Israele, la rifugge come la peste.

Altro sarebbe cominciare sì una caccia all'uomo a livello mondiale, ma evitando accuratamente vittime tra la popolazione civile anche dei cosiddetti paesi-canaglia. Per rendere afono il fondamentalismo di ogni dove, anche quello occidentale, che vuole sangue "nemico" non meno di quello islamico.  

Ma sono parole che suonano stonate nella cantilena ripetuta di questi giorni. Parole di pochi e comunque, di una minoranza. Stonate perchè non è il momento di operare troppi distinguo. In tutto l'Occidente ora è tempo di agire come un sol uomo.     

"Hai paura della guerra ?" ha chiesto una giornalista del Tg1 a un soldato americano impiegato nelle operazioni di soccorso a New York.

Lui l'ha guardata senza muovere nemmeno un muscolo e ha sibilato : "Negativo" . 

La bella risposta maschia che tutti ci aspettavamo.


LINKS :

Speciale_attacco_agli Usa



(19 settembre 2001)

 

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